Ma questa Tecnica è magica! L’ho sentito dire diverse volte da una mia allieva; ogni volta che scopriva qualcosa di nuovo. Sembrava che le mancassero le parole per descrivere le sue sensazioni, forse anche per la difficoltà di spiegarsi in una lingua non sua, dato che non era italiana. Dopo tanti anni di insegnamento, la Tecnica Alexander mi appare un po’ meno magica, ma non certo meno fantastica.
Ecco cosa racconta un’insegnante americana nel suo blog.
“Incontrai la Tecnica Alexander nel 2002 durante una lezione di recitazione all’Università. Un insegnante in formazione entrò in classe e disse che avrebbe praticato la Tecnica Alexander. All’epoca non avevo idea di cosa fosse, ma sembrava decisamente strana. Ci sedemmo tutti sulle sedie in circolo, mentre lui passava da uno all’altro mettendo una mano sulla testa e una sul collo. Nessuno commentava. Quando mi raggiunse ero decisamente nervosa. Scoprii che le sue mani erano ingannevolmente gentili e, mentre le teneva su di me, iniziai a notare il collo e la testa per la prima volta. Notai che nel punto in cui il mio collo si attaccava alla testa (da qualche parte tra le orecchie e dietro gli occhi) ero super tesa! Non gli permettevo di muovere la mia testa! Quando mi chiese se poteva muoverla dissi ‘sì, certo.’ Ma dovevo fare qualcosa, o meglio, lasciare andare qualcosa per permetterglielo. Lasciai andare quella “cosa”, anche se brevemente, e qualcosa di veramente strano successe… Mi sentivo come se potessi vedere di più ciò che c’era nella stanza. Mi sentivo come se potessi vedere, realmente vedere, per la prima volta. Mi sentivo molto leggera, come se avessi solo il peso di una piuma, ma mi sembrava anche di sentire i miei piedi a terra per la prima volta. Avevo una maggiore visione periferica. Questo uomo mi aveva forse trasformata in un supereroe?!! Poi passò alla persona successiva. Sedetti lentamente sulla mia sedia chiedendomi che diavolo fosse appena successo. Sembrava strano, ma anche fantastico. Poco dopo lavorai sulla recitazione della mia scena in classe e all’improvviso mi sentiti come se avessi tutte le scelte a mia disposizione. Iniziarono ad accadermi diverse azioni. Potevo vedere la faccia del mio compagno di scena come se fosse in primo piano. Sinceramente mi sentivo come se potessi fare qualsiasi cosa in quel momento. Dopo circa un’ora, quella sensazione scomparve, e mi sentii di nuovo ‘normale’, ma non dimenticai mai l’esperienza, e giurai che avrei cercato di saperne di più il più presto possibile.”
Non accade a tutti di essere folgorati al primo contatto. La via di Damasco è lunga e talvolta bisogna camminare un po’ prima di avere l’esperienza fatale. A me successe quando ero già insegnante, appena diplomato, a Londra, durante la mia prima lezione con Walter Carrington. Mi aveva tenuto seduto per un tempo che mi sembrava infinito, con la sua mano contro la mia colonna lombare, mentre parlava di cose che sembravano non avere molta attinenza con quello che stava facendo. Quando mi spinse più del solito e mi trovai in piedi… non ero più io. Sentivo il pavimento con i piedi, sentivo il mio equilibrio, la mia testa, sentivo il mio respiro… e mi veniva da ridere. Nei pochi minuti rimasti mi fece alzare e sedere alcune volte, e mi pareva di muovermi senza alcuno sforzo. Nell’uscire dalla stanza fui pervaso da un senso di euforia mai provato prima, potevo fare qualsiasi cosa, Londra era la mia città. Mi infilai in un pub e gustai sorso dopo sorso una mezza pinta di birra… la più buona che avessi mai bevuto!
Ricordo anche altre esperienze abbastanza strane. Dopo alcune lezioni con la mia prima insegnante mi sentivo più alto e mi sembrava di camminare senza toccare terra. Chissà quanto schiacciavo giù prima! Durante la formazione, mentre un insegnante lavorava su di me con una mano sotto l’ascella e una sul fianco della gabbia toracica, le mie coste cominciarono improvvisamente a muoversi in dentro e in fuori, come non era mai accaduto, come se si fossero sciolti dei lacci e rimbalzassero liberamente, come se qualcuno le muovesse al posto mio, e senza volerlo respiravo vigorosamente. Poi tutto si calmò, ma da quel momento la mia respirazione non fu più la stessa. Di nuovo a Londra, al termine di una lezione con Peggy Williams, un’altra grande insegnante di prima generazione, lasciai l’edificio senza riuscire ad allacciarmi le scarpe perché non riuscivo a coordinare il movimento delle dita. In fondo alle scale scoppiai a piangere, nella consapevolezza di quanto avevo usato male il mio corpo fino a quel momento, e con la gioia di avere scoperto la soluzione a tanti problemi!
Folgorazioni, momenti magici, chiamali come vuoi, sono il segno di qualcosa che cambia e in quell’istante ne diventi consapevole. L’esperienza passa, sembra svanire, ma in qualche modo rimane dentro, non so bene dove, nel cuore, nella mente… dappertutto.
Ma la Tecnica Alexander non è fantastica per queste cose. Questi sono eventi che non sai come, quando e se avvengono, anche se tutti prima o poi, in qualche forma, ne fanno esperienza. Quello che sappiamo è che la Tecnica mette in moto la tua energia e ti rende un essere migliore! Se cerchi esperienze folgoranti, lascia perdere, ci sono altre vie. Ma se cerchi un modo per migliorare la consapevolezza del tuo corpo e l’uso che puoi farne, allora scegli la Tecnica Alexander!
Paolo Frigoli
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