Blog di Paolo

Come affrontare il dolore

La maggior parte delle persone che si rivolgono ad un insegnante di Tecnica Alexander lo fa per motivi terapeutici, perché ha dolore. Ma quale ruolo può avere la Tecnica Alexander nella risoluzione del problema? Stiamo parlando di un metodo educativo che interviene sulla postura e sulla consapevolezza motoria. L’obiettivo del lavoro non è la riduzione del dolore in sé, ma nella maggior parte dei casi questo effetto accompagna i cambiamenti che avvengono nel comportamento dei soggetti.

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How to exchange work in a constructive way

Exchanging hands-on work is a common practice among teachers of the Alexander Technique and one from which we expect several advantages, the first of which is receiving qualified work that does us good. But it is also a way to make contact with teaching methods different from our own, and to increase our skills thanks to the feedback of a colleague. Unfortunately, however, this practice conceals pitfalls which sometimes prevent us from reaping the hoped-for benefits and may instead provoke various kinds of discomfort.

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Hands-on Communication

When we come into physical contact with our pupils we open up a two-way path of communication. While we collect sensory information through our hands, we also communicate information about the use of ourselves. In this Continuous Learning session I propose to explore ways of enhancing our ability to feel what happens in our pupils with our hands and to facilitate a change toward a better state by means of our own use.

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Imposizione o persuasione?

Un sondaggio di qualche tempo fa rivelava che la maggior parte delle persone aveva un’idea abbastanza precisa della postura corretta ma riteneva di non essere in grado di assumerla o mantenerla. “Io mi sforzo di stare dritto ma non ci riesco”. Forse il problema sta nel modo di arrivarci. Alcuni esperti propongono di risolverlo decidendo quali muscoli vanno allungati e quali rinforzati…

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Mal di schiena: a ciascuno il suo

Si fa presto a dire “mal di schiena” ma non sembra che ve ne sia uno uguale per tutti. C’è quello cronico, fastidioso, più o meno intenso, e quello acuto che ti blocca del tutto; quello che passa con il movimento e quello che peggiora; quello che ti impedisce di stare in piedi e quello a cui non piace nessuna posizione; quello che si fa sentire dopo il giardinaggio, dopo un lungo viaggio, dopo aver giocato coi bambini, dopo aver fatto le pulizie; quello che senti la sera e quello che ti sveglia al mattino; quello di giorno e quello di notte…

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Non solo Alexander e Craniosacrale

Come puoi immaginare, la maggior parte delle persone che si rivolgono a me desiderano lenire una sofferenza, un dolore, che può riguardare la schiena, il collo, una spalla, le anche, le ginocchia… qualsiasi parte del corpo. All’origine del dolore vi può essere un trauma, ma spesso vi sono atteggiamenti che sovraccaricano alcune parti del corpo e logorano i tessuti. Per questo, da molti anni, aiuto le persone a modificare le loro abitudini, a migliorare la postura, ad essere più consapevoli di come si muovono.

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Come funziona la Tecnica Alexander

Un gruppo di scienziati ha provato a spiegarlo in un interessante articolo: Potential Mechanisms of the Alexander Technique: Toward a Comprehensive Neurophysiological Model, di Timothy W. Cacciatore, Patrick M. Johnson e Rajal G. Cohen, pubblicato su Kinesiology Review 9 (2020). Un breve video ne spiega in maniera semplice i contenuti.

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